PINEROLO 1913. ADDIO ALLA BELLE ÉPOQUE… IN MUSICA


“LIBRI IN MUSICA”

la nuova sezione del sito
dedicata alle “colonne sonore” delle pubblicazioni

Un brano pop compassato, su melodia melanconica, con voci alternanti femminile e maschile, con musica orchestrale malinconica, dedicato all’undicesimo libro
di Paolo Vettori

PINEROLO 1913. ADDIO ALLA BELLE ÉPOQUE
ADDIO ALLA BELLE ÉPOQUE

di
@pascalmclee

TESTO

[Intro]
Nel presentare il suo nuovo romanzo storico sulla “Belle Époque”, Paolo spiega il motivo per cui ha momentaneamente abbandonato i diari di viaggio, a cui si era dedicato dal 2013, per raccontare una storia ambientata nella Pinerolo del Millenovecentotredici.

[Verse 1]
L’ispirazione è nata durante un viaggio compiuto l’anno precedente lungo la ferrovia transiberiana, che lo ha portato fino a Irkutsk, in Siberia. Questa città gli ha ricordato i racconti del nonno paterno, Guido, che proprio nel Millenovecentotredici aveva incontrato a Pinerolo un aristocratico russo di Irkutsk e la sua giovane figlia Ljuba, in viaggio in Europa secondo una consuetudine tipica dell’aristocrazia russa dell’epoca.

[Bridge]
Quel ricordo, riemerso con forza durante la visita a Irkutsk, ha spinto Paolo e la sua penna ad immaginare una narrazione ambientata in quel passato, in una società che appariva allora al massimo del suo splendore, ma che sarebbe presto stata sconvolta dalla rivoluzione e dalla guerra.

[Chorus]
I tre giorni vissuti a Pinerolo assumono, nella memoria familiare e narrativa, il valore simbolico di un addio alla “Belle Époque”, un’epoca piena di promesse e illusioni, destinata a essere travolta dal dramma della Prima Guerra Mondiale.

[Verse 2]
Il romanzo vuole quindi offrire uno spaccato della vita militare e sociale di quegli anni, mettendo in luce le tensioni tra la tradizione e il progresso, tra la stabilità del passato e l’incertezza del futuro. L’eco di quel ricordo, unito alla suggestione dei luoghi visitati, ha spinto l’autore a ripercorrere le orme del nonno e a immaginare una storia ambientata in quel tempo.

[Chorus]
I tre giorni vissuti a Pinerolo assumono, nella memoria familiare e narrativa, il valore simbolico di un addio alla “Belle Époque”, un’epoca piena di promesse e illusioni, destinata a essere travolta dal dramma della Prima Guerra Mondiale.

[Verse 3]
Il romanzo si collega idealmente al suo primo lavoro narrativo, L’ultima estate di pace, condividendo lo stesso protagonista – un giovane ufficiale toscano – e lo stesso periodo storico, ma con un cambio di ambientazione: da Verona a Pinerolo, dove il nonno era stato inviato per un corso di aggiornamento militare.

[Instrumental]

[Outro]
Il romanzo vuole offrire un ritratto vivido di quel mondo sospeso tra eleganza e trasformazione, dove le tradizioni aristocratiche convivevano con l’attesa di un futuro segnato dal progresso scientifico, ma anche, inconsapevolmente, da un’imminente tragedia storica.

ascolta il brano collegato al libro e visualizza il filmato su YouTube


“LIBRI IN MUSICA”

la nuova sezione del sito
dedicata alle “colonne sonore” delle pubblicazioni

Il brano vuole essere un’ode alle località dell’ex impero sovietico. Musica vivace con alternanza di voce femminile con maschile in un duetto pregevole, dedicato all’undicesimo libro
di Paolo Vettori

PINEROLO 1913. ADDIO ALLA BELLE ÉPOQUE
OLTRE I CONFINI

di
@pascalmclee

TESTO

[Verse 1]
Fuori dai confini del mondo che sai
Dove il vento sussurra e il tempo non ha guai
Non c’è traccia di passi né orme sul suolo
Un respiro profondo nel cuore del polo

[Verse 2]
Tra le ombre nascoste lontano dal faro
Dove il cielo si piega e diventa più chiaro
Non c’è turismo che possa arrivare
Solo l’anima tua pronta a navigare

[Chorus]
Oltre Mosca oltre il fiume d’argento
San Pietroburgo è un ricordo nel vento
Un viaggio che abbraccia ciò che non sai
Fuori dal mondo che il tempo mai sfiorai

[Verse 3]
Nelle terre segrete che chiamano forte
Tra i ghiacci che danzano e sfidano la sorte
C’è un canto sommesso di storie perdute
Di voci che il mondo non ha mai conosciute

[Bridge]
Un faro lontano illumina il buio
Ma qui non c’è luce né segno di appoggio
Solo l’anima cerca il suo proprio sentiero
Nel silenzio che canta un canto sincero

[Chorus]
Oltre Mosca oltre il fiume d’argento
San Pietroburgo è un ricordo nel vento
Un viaggio che abbraccia ciò che non sai
Fuori dal mondo che il tempo mai sfiorai

ascolta il brano collegato al libro e visualizza il filmato su YouTube

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