OTTAVO LIBRO DI PAOLO VETTORI
Dante sulle rive della Moscova

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SCHEDA DEL LIBRO

TitoloDante sulle rive della Moscova. Viaggio tra gli “ambasciatori della cultura italiana”
AutorePaolo Vettori
Pubblicazione1 luglio 2016
EditoreEdizioni Helicon
Pagine208 brossura 
Prezzo € 10,00
ISBN 10
8864663819
ISBN 13
978-8864663814
InfoLetteratura di viaggio

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INTRODUZIONE

Questo mio nuovo libro può essere considerato un’altra tappa del viaggio da me intrapreso nei territori dell’ex impero sovietico, che mi ha portato prima in Armenia e Nagorno-Karabakh, poi sul confine russo-polacco, tra Danzica e Kaliningrad.
Tuttavia in questo caso cambia, almeno in parte, la prospettiva.
Il più importante dei tre racconti di viaggio, qua raccolti, è infatti dedicato alla piccola ma attivissima comunità dei rappresentanti delle istituzioni culturali e scolastiche italiane a Mosca, “fotografati” in una stagione particolarmente propizia per la loro attività, l’autunno del 2015, in concomitanza quindi con le commemorazioni, tenutesi nella capitale russa proprio in quelle settimane, per i 750 anni dalla nascita di Dante.
[...]

Paolo Vettori

INCIPIT

Dante sulle rive della Moscova
Viaggio tra gli “ambasciatori della cultura italiana”

20 Ottobre 2015

“Gentili passeggeri, tra venti minuti atterreremo all’Aeroporto Seremetevo. Siete pregati di allacciare le cinture di sicurezza”.
Mentre la hostess annuncia, in Russo e in Inglese, l’imminente atterraggio nel principale aeropor¬to moscovita, risuonano d’improvviso, dentro di me, gli echi lontani, non ancora del tutto sopiti, della mia giovinezza (trent’anni fa o poco più), quando questa città era ancora considerata il cuore “dell’impero del male”, per riprendere la celebre espressione del Presidente Reagan, lo stesso che, solo pochi anni dopo, avrebbe solennemente posto fine, insieme a Gorbaciov, alla lunga stagione della guerra fredda.
Quell’espressione (non molto dissimile, nella sostanza, dagli anatemi lanciati, più o meno negli stessi anni, dagli ayatollah iraniani nei confronti del “Grande Satana”, ovvero il Governo di Washington) oggi fa sorridere anche chi, come me, è cresciuto nel clima della guerra fredda.
Eppure, ogni volta che mi capita di rimettere piede nella capitale russa, non posso fare a meno di tornare, con la memoria, agli anni di Breznev, quando questa metropoli, verso cui Europa ed Asia sembrano convergere, era il cuore di un immenso apparato militare industriale, percepito spesso come un’oscura minaccia e che nessuno di noi avrebbe immaginato, allora, potesse dissolversi in pochi anni, oltretutto in modo relativamente pacifico.
Quest’immagine remota prova ad affacciarsi anche stavolta alla mia mente ma viene prontamente sopraffatta dai pensieri, di tutt’altro tenore, che si affollano oggi dentro di me.
Questo è infatti un viaggio completamente diverso dagli altri che, dopo il ’91, mi hanno portato nella città in cui un tempo batteva il cuore della seconda superpotenza mondiale, alla scoperta dell’eredità sovietica.
A spingermi di nuovo sulle rive della Moscova è infatti, adesso, il desiderio di stabilire un contatto diretto con i miei connazionali impegnati a diffondere, da queste parti, la lingua di Dante e più in generale la cultura del nostro Paese.
Girando per Kaliningrad - estremo avamposto occidentale della Federazione Russa - sono rimasto piacevolmente sorpreso dall’interesse per la lingua e la cultura italiana da parte di un popolo che, pure, non sembrerebbe particolarmente sensibile alle influenze straniere.
Viene spontaneo, per me, il paragone con la Polonia, dove l’interesse dei giovani appare interamente proiettato verso il mondo anglosassone o verso il Nord Europa, assai meno verso l’Italia, che pure - sino a una decina di anni fa, quando sul soglio di Pietro sedeva l’ex Cardinale di Cracovia - rappresentava una delle mete turistiche più ambite, per i polacchi.
Al contrario, in Russia, il tramonto del modello culturale ed educativo sovietico, con forti connotazioni autarchiche, ha portato ad una riscoperta delle tradizioni secolari della Russia e delle sue radici europee, che si è indirizzata, più che verso la cultura anglosassone, verso i Paesi dell’Europa Continentale, come Francia e Germania, ma anche Italia e Spagna.
E così può capitare di imbattersi, in una via periferica di Kaliningrad, in una scuola dal nome inconfondibilmente Italiano (“Amici”), messa in piedi da una giovane donna del posto, che, dopo un paio di anni trascorsi tra Milano e Roma, ha pensato bene di mettere a frutto la conoscenza della nostra lingua, aprendo, nella sua città, una piccola ma attivissima scuola privata di Italiano.
L’incontro con Anna Popova - avvenuto la scorsa estate, grazie all’intraprendenza del mio amico Vito - mi ha consentito di toccare con mano l’interesse delle giovani generazioni russe per tutto ciò che è italiano.
Rientrato in Italia, ho pertanto deciso di contattare una mia compaesana che vive a Mosca da diversi anni e insegna alla Scuola Italiana (come ho appreso da Marisa Boschi, una vecchia amica di famiglia che, a Poppi, conosce vita e miracoli di tutti).
Purtroppo Carla (questo il suo nome) è in procinto di partire domattina per l’Italia, per un improvviso impegno legato alla scuola in cui insegna, ma si è comunque offerta di presentarmi, prima della partenza, “un po’ di gente interessante”, per cui mi sono affrettato ad anticipare di un giorno il mio arrivo a Mosca…

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