“Difficile spiegare, fino in fondo, i motivi di un attaccamento così viscerale nei confronti di un paese per me estraneo.
In certi momenti avevo la sensazione, per me tutt'altro che sgradevole, di fare un viaggio a ritroso nel tempo, quasi che la violenza subita - prima con l'occupazione nazista e poi con il decennio di terrore stalinista, dall'immediato dopoguerra alla primavera del ‘56 - avesse determinato una sorta di congelamento della società polacca.
Oltretutto, questa sensazione epidermica veniva sottolineata, ancor più caramente, da alcuni dettagli della vita di tutti i giorni…”
pensieri riportati dal retro
della copertina del libro